A seguito il testo inviato a Ufficio Settore Attività Internazionali di Regione Toscana, come Proposta del FAIT per il percorso di partecipazione, il documento è reperibile sulla piattaforma Open Toscana al link
Introduzione
Questo contributo nasce all’interno del Forum delle Attività Internazionali della Toscana, uno spazio di confronto e discussione tra realtà diverse, che negli ultimi 6 anni hanno animato i percorsi territoriali legati alla cooperazione internazionale nella nostra regione con l’obiettivo di valorizzare, promuovere e rafforzare il sistema toscano della cooperazione.
Il contesto attuale in cui ci muoviamo necessità un’importante rivisitazione dei paradigmi finora utilizzati all’interno dell’ambito della cooperazione internazionale. Una pandemia mondiale ci ha mostrato tutte le fragilità dei paesi del Nord del mondo ponendoci di fronte alle nostre contraddizioni e all’importanza di una cooperazione strutturata a tutti i livelli. Negli anni abbiamo vissuto una diminuzione degli investimenti pubblici nella cooperazione internazionale, diminuzione che ha avuto un riflesso negativo sul protagonismo delle reti territoriali in questo ambito.
Proprio perché il contesto economico e finanziario è radicalmente cambiato riducendo sensibilmente le risorse disponibili, occorre ridefinire lo strumento della cooperazione come una delle strade per uscire in forme nuove dalla crisi. Fare cooperazione è nell’interesse di noi tutti, un paese che non coopera è destinato al declino, mentre un paese che coopera, cresce. Non è solo un dovere morale, ma una grande opportunità per aprirsi al mondo, un investimento per il nostro futuro. E’ necessario sviluppare, una battaglia culturale e politica per rimettere la cooperazione al centro del dibattito pubblico, per diffondere ed affermare una nuova consapevolezza ad ogni livello, nei gruppi dirigenti, come nella pubblica opinione.
Gli strumenti della cooperazione a livello nazionale e internazionale
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, attraverso i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) e insieme agli altri accordi che hanno caratterizzato l’evoluzione del nuovo consenso internazionale sullo sviluppo1, si è affermata quale nuovo ed efficace quadro universale di riferimento per il raggiungimento di un mondo più equo, prospero e sostenibile. L’Agenda 2030 sta influendo enormemente sulle politiche di sviluppo, superando l’orientamento settoriale, affermando la necessità di una visione integrata e trasformativa, sottolineando l’irrinunciabilità di un’attenta opera di monitoraggio e valutazione degli interventi e delle politiche basata su una più ampia raccolta di dati e riaffermando che l’azione ad ogni livello deve prioritariamente partire dagli ultimi e più vulnerabili. Il cambio paradigmatico rappresentato dall’Agenda 2030 ha anche portato a una più rapida evoluzione del dibattito multilaterale sullo sviluppo che sta producendo senza soluzione di continuità nuovi orientamenti: dall’approfondimento del dialogo fra tutti gli attori –governativi e non –al rafforzamento dei nessi causali fra sviluppo sostenibile, diritti umani e pace e
sicurezza, alla trasversalità del raggiungimento dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment delle donne, al rafforzamento del nesso fra interventi di emergenza e politiche di sviluppo, alla centralità delle politiche a favore dei giovani, alla rilevanza dell’accesso alla giustizia per costruire società più democratiche, trasparenti ed eque, alla crescente simbiosi fra protezione dell’ambiente e sviluppo, all’importanza della collaborazione internazionale nel settore fiscale e della tassazione, alla necessità di coinvolgere il settore privato nella promozione della sostenibilità e nelle attività di cooperazione, alla definizione di un quadro più completo, condiviso e responsabile di gestione dei flussi di rifugiati e delle migrazioni e di azione sulle cause profonde che li originano.
Partendo dall’approccio necessario per l’applicazione degli SDGs, il documento denominato The New European Consensus on development mette in luce alcuni ambiti di intervento prioritari che potremmo riassumere come segue: – giovani; uguaglianza di genere; – mobilità e migrazioni; – energia sostenibile e cambiamento climatico; – investimenti responsabili, commercio, green economy; – buona governance, democrazia, il ruolo del diritto e dei diritti umani.
A livello nazionale, è necessario contribuire attivamente alla discussione nelle sedi prestabilite come sistema regionale al fine di rafforzare i meccanismi di coordinamento istituzionale e di partecipazione alla definizione delle politiche pubbliche di cooperazione previsti dalla Legge 125/2014, il Comitato Interministeriale per la Cooperazione allo Sviluppo (CICS) e il Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo (CNCS), ponendo l’attenzione sull’interazione tra soggetti diversi e sulla valorizzazione di un approccio territoriale. Come riportato nel Documento triennale di programmazione e indirizzo del MAECI, i cui contenuti verranno probabilmente riconfermati per il triennio successivo, le priorità individuate sono le seguenti: genere, minori, nesso umanitario-sviluppo, prevedendo azioni di protezione e sostegno mirate a “chi si trova in situazioni svantaggiate, di vulnerabilità e di esclusione, i bambini, le donne, le persone con disabilità, le persone LGBTI” (come previsto anche nel Consenso Europeo per lo Sviluppo); porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile, garantire una vita sana e promuovere il benessere per tutti e a tutte le età, assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti; proteggere e salvaguardare il patrimonio mondiale culturale e naturale; elaborare e attuare politiche volte a promuovere il turismo sostenibile; potenziare e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti; facilitare la migrazione ordinata, sicura, regolare e responsabile e la mobilità delle persone; adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze; assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti; potenziare e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia, origine, religione, status economico o altro; Promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l’accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficienti, responsabili e inclusivi a tutti i livelli.
A questo possiamo aggiungere una riflessione sull’importanza strategica dei partenariati con l’Africa, come riportato anche dal documento specifico MAECI, su cui il sistema regionale potrà produrre un documento dedicato visto il lavoro portato avanti negli ultimi anni da un’ampia rete di soggetti toscani.
La governance, Il metodo, gli strumenti e l’approccio a livello regionale
Il sistema toscano della cooperazione è un sistema complesso e articolato formato da enti e realtà anche molto diverse tra loro per tipologia, misura, natura, organizzazione. Tuttavia è un sistema ricco e capillare che rappresenta un patrimonio in termini di competenze, conoscenze ed esperienze. In quest’ottica è quindi necessario che la governance a livello regionale risponda a bisogni di tutti i soggetti rendendoli protagonisti del fare cooperazione e del promuovere una cultura della cooperazione nei territori.
Tenendo in considerazione la significativa esperienza acquisita dalla Regione e dai suoi attori in oltre 20 anni di impegno nel settore e considerando i fattori di contesto, ma anche degli elementi di forte innovazione necessari in questa fase, si ritiene debbano essere adottate misure normative e prassi atte a garantire che si operi in maniera integrata su due livelli.
Un livello macro che includa all’interno della regione una supervisione costante sull’andamento della programmazione strategica e il protagonismo regionale, soprattutto istituzionale, a livello nazionale e internazionale (con priorità euro mediterranea e al continente Africano). A questo proposito proponiamo che:
- La programmazione pluriennale e la progettazione regionale sia partecipata negli interventi e che si assicuri il coinvolgimento sinergico degli attori del proprio territorio (EELL, università, società civile, incluse associazioni dei migranti, ONG ed il settore privato), attivando una regia ed un supporto che faciliti condivisione, sussidiarietà e coordinamento (informativo, progettuale ed esecutivo,
- L’approccio integrato e la trasversalità (in termini di coerenza, approccio ed utilizzo di strumenti) sia recepita dagli altri ambiti di programmazione regionale (come per esempio fatto all’interno delle politiche sociosanitarie per quanto riguarda la cooperazione sanitaria) le misure di sostegno all’internazionalizzazione con la richiesta di rispetto della tutela dei diritti dei lavoratori e della tutela ambientale in Italia e nei paesi di investimento; interazione con iniziative di co-sviluppo e programmi di mobilità che favoriscano imprenditorialità nei paesi di investimento in una logica win-win; coniugando interventi nel settore dell’immigrazione e accoglienza dei profughi con quelli di riqualificazione urbana; favorendo e promuovendo la cooperazione internazionale in materia di ricerca, sviluppo ed innovazione; ecc..)
- La partecipazione, l’influenza e la sinergia della Regione Toscana sia assicurata nelle azioni del sistema italiano, europeo e delle Nazioni Unite, promuovendo, sostenendo ed assicurando la rappresentanza del sistema toscano presso il consiglio nazionale della cooperazione (CNCS), nel Comitato delle regioni in Europa, nelle reti di governi locali a livello europeo e globale, in Concord e nelle reti di ONG o delle OSC, nella la task-force delle nazioni unite per la campagna di localizzazione degli SDGs.
- La promozione del ruolo della ‘Cooperazione fra territori’ a livello nazionale e internazionale sostenendo i ‘Sistemi territoriali di Cooperazione internazionale ’, che sono garanzia di una modalità di cooperazione trasparente, efficace e soprattutto di lungo periodo con benefici reciproci. Vista la tradizione toscana, questo punto ci permette di mettere a sistema competenze e disponibilità che si prestano gratuitamente a partecipare a processi di scambio e interazione: questo elemento ci permette di ottimizzare risorse e valorizzare il sistema stesso.
Un livello micro per cui il sistema regionale si doti di strumenti che pongano al centro i territori con il fine di creare opportunità di elaborazione e progettazione comune tenendo conto delle seguenti proposte:
- Istituzione di gruppi di lavoro tematici e gruppi di per area geografica, coerenti con le strategie dell’Italia e dell’Unione Europea. Non si può prescindere dalle due dimensioni che devono intersecarsi nelle elaborazioni e nell’intercettazione delle opportunità di finanziamento, così come dalle priorità (geografiche e tematiche) nazionali ed europee.
- Organizzazione di momenti di discussione e condivisione assembleare, anche e soprattutto dislocate nei vari territori della Toscana.
- Messa a disposizione di risorse finanziarie e non.
- Intercettazione di risorse esterne sviluppando nuove progettazioni a livello nazionale ed europeo.
- Istituzione di una cabina di regia/gruppo di lavoro sui conflitti e le emergenze nel mondo.
- Porre la coerenza delle politiche come elemento cardine di ogni discussione, programmazione e progettazione.
Le priorità e i temi
Nella prospettiva di legislatura, pure in uno scenario internazionale sempre più complesso nel quale le emergenze si moltiplicano, non si può non tenere conto del fatto che i problemi regionali divengono sempre più problemi globali che richiedono, per la loro risoluzione, risposte globali a cui qualsiasi livello istituzionale, anche locale appunto, deve concorrere. E’ quindi necessario sollecitare la ripresa e il rafforzamento di un attivismo internazionale del governo del paese, che includa finanziamenti strutturali
all’intera filiera. Ed in questo senso, crediamo, debba andare anche la politica regionale. Del resto sono cambiati gli scenari internazionali, ma le ingiustizie e gli squilibri del mondo sono rimasti gli stessi.
É in questo quadro che si rende necessario un rilancio dell’impegno della Regione Toscana nell’azione volta alla promozione e tutela dei diritti dell’uomo e della donna, così come al sostegno di modelli di sviluppo sostenibili e partecipativi a livello locale, nazionale ed internazionale, diventando portavoce di una visione politica che faccia dell’inclusione, della riduzione delle diseguaglianze e del rispetto dei diritti umani (in Toscana come a livello globale), i suoi principi cardine.
Da qui la necessità di integrare sinergicamente le politiche in atto (per esempio le azioni di cooperazione internazionale come il modello toscano di accoglienza diffusa, oppure le politiche di inclusione, integrazione e diritti dei migranti che permettano accesso ad altre linee quali Giovani sì, sostegno alle PMI, internazionalizzazione imprese, recupero urbano, turismo – città migrante, recupero scolastico, fino ad un sostegno continuo e formale, nelle scuole di vario livello, dell’ educazione alla cittadinanza globale mediante inclusione nei piani formativi di percorsi di ECG), continuando in particolare a lavorare almeno su due livelli.
Lavorare in Toscana per:
– la accoglienza, l’inclusione, il riconoscimento di diritti e la permanenza di profughi e migranti;
– inserimento nell’educazione formale ed informale e sostegno della sensibilizzazione e di diverse forme di comunicazione sociale diretta all’opinione pubblica che esplicitino e spieghino le reali causa delle disuguaglianze, delle discriminazioni (hate-speech, stereotipi e pregiudizi, rappresentazione nei media ) e del non rispetto dei diritti umani (dalla partecipazione politica, all’accesso ai servizi, alle pari opportunità di successo scolastico, al contrasto alla dispersione scolastica, ecc..), a livello locale e globale come l’importanza del ruolo della società civile e della solidarietà e cooperazione internazionale nel denunciarle e contrastarle;
– diventare un laboratorio per lo scambio di conoscenza e per la effettiva e pratica moltiplicazione di buone prassi nei territori toscani, anche identificate in altri paesi, mediante l’azione di cooperazione internazionale;
– recuperare attenzione e investire sulla “promozione di una cultura di pace” e cioè pensare allo sviluppo quadro di azioni di sensibilizzazione ed educazione specifiche rivolte alla gioventù (su cui valutare anche sinergie con servizio civile, corpi civili di pace, programma Giovani Sì ed altro).
Verso l’esterno per:
– rafforzare la dimensione politica della Regione Toscana nelle relazioni internazionali, nella solidarietà e cooperazione internazionale in stretto raccordo e sinergia con le politiche delle Organizzazioni internazionali, le scelte del nostro Paese e dell’Unione Europea;
– rafforzare il ruolo della Toscana quale attore di pace, di giustizia sociale ed economica, di solidarietà, di equità di genere;
– rafforzare i legami culturali, economici e commerciali –in un quadro di responsabilità sociale ed etica-, della Toscana nel mondo;
– valorizzare i legami e le esperienze di cooperazione degli attori sociali, istituzionali e non.
A livello generale il sistema toscano dovrebbe quindi rispondere ai seguenti obiettivi:
1. Promuovere un’azione concertata e coordinata dei diversi settori regionali nelle azioni di cooperazione internazionale a livello nazionale, europeo ed internazionale;
2. Contribuire con le proprie azioni, di livello regionale, alla politica nazionale (legge 125/2014), europea di sviluppo e cooperazione internazionale come al raggiungimento degli obbiettivi per lo sviluppo sostenibile (agenda 2030);
3. Riaffermare, nelle proprie azioni come nella cultura -educativa, informativa e di comunicazione-, l’importanza della solidarietà, dell’uguaglianza, dell’accoglienza, dell’inclusione ed il rispetto dei diritti umani fondamentali in quanto elementi fondanti della nostra regione.
Nello specifico invece proponiamo di lavorare sui seguenti assi di azione:
– Lo sviluppo socio-economico, in un’ottica ecologica e sostenibile, dei territori
– Il rafforzamento della governance e delle istituzioni locali
– Lotta al cambiamento climatico
– Promozione delle politiche di genere e protagonismo delle donne
– Creazione di opportunità, economiche e non, per i giovani
Conclusioni:
La Cooperazione allo Sviluppo deve diventare uno strumento di cambiamento per una globalizzazione più giusta; la sicurezza è soprattutto frutto di una politica di giustizia e di solidarietà e non tanto di un utilizzo crescente di eserciti, di armi e di controlli alle frontiere. Inoltre non si deve dimenticare il contributo che le ‘Diaspore’ in Europa e in Italia possono dare alla definizione di politiche e di priorità nel campo della Cooperazione allo Sviluppo. La loro presenza lega infatti indissolubilmente il tema dell’Immigrazione con quello delle Sviluppo e rappresenta una grande risorsa per il nostro Paese, cioè l’occasione per costruire partenariati tra territori italiani e i Paesi di origine degli immigrati; partenariati in grado di avviare rapporti di collaborazione negli ambiti di reciproco interesse, sociale, culturale, economico, commerciale e istituzionale. A questo punto risulta chiaro che la formazione di Istituzioni credibili e di una classe dirigente preparata, in particolare a livello locale, è un elemento decisivo per rendere efficace una politica finalizzata a rimuovere le cause fondamentali che generano i fenomeni migratori, compresa la mobilità umana basata sulla volontà di migliorare le condizioni di vita per sé e per la propria famiglia, come insegnano i 200 mila italiani che ogni anno lasciano l’Italia. Importante è anche il ruolo che le nuove istituzioni locali dei paesi emergenti, possono giocare sui temi fondamentali dello sviluppo sostenibile, della valorizzazione delle risorse agricole, turistiche, umane, culturali, per creare nuove opportunità lavorative, superando il vecchio modello basato essenzialmente sull’esportazione delle risorse naturali. Ecco allora che anche qui torna il ruolo fondamentale che devono svolgere le nostre istituzioni locali e regionali, i partenariati nord sud, le relazioni “da comunità a comunità” che possono essere portatori di un valore aggiunto davvero importante, per loro, ma anche per noi. I territori, le comunità devono essere in concreto artefici di questo cambio di passo, assumendo la consapevolezza dell’interesse comune a cooperare, dialogare, costruire ponti e relazioni stabili.
Forum delle Attività Internazionali della Toscana, piazza dei Ciompi 11, Firenze. Tel. 055 26297272; email: faitoscana2015@gmail.com